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Cartier-Bresson, Henri.

Fotografo e pittore francese. Proveniente da una famiglia borghese legata al mondo delle arti, inizialmente si interessò alla pittura surrealista. Dopo aver trascorso un anno in Costa d'Avorio, nel 1931 tornò in Francia e, scoperta la gioia di fotografare, intraprese un viaggio nel Sud della Francia, in Spagna, in Italia e in Messico, durante il quale inaugurò la sua nuova Leica, estremamente maneggevole, che gli permise di immortalare oggetti e persone in un modo originale, rapportandosi con più facilità al reale. La curiosità insaziabile portò C. a trasferirsi negli Stati Uniti, dove iniziò a dedicarsi al cinema. Di nuovo in Francia, in un primo tempo lavorò in ambito cinematografico con Jean Renoir e Jaques Becker, ma nel 1933 un viaggio in Spagna gli offrì l'occasione per realizzare i primi reportage fotografici, nei quali ebbe modo di applicare la filosofia del "momento decisivo", che contiene in sé l'essenza di una situazione. I soggetti da lui ritratti sembrano coinvolti a loro insaputa nella composizione e non sono mai in posa. Invece, ciò che l'obiettivo ritrae risponde a canoni precisi, frutto di una cura quasi maniacale delle forme, dei contrasti luminosi, delle proporzioni. Catturato dai Tedeschi nel 1940, riuscì a evadere dal campo di prigionia nel 1943; tornato a Parigi, ne fotografò la liberazione. Nel 1945 diresse il suo primo film dal titolo Le Retour. Tra il 1946 e il 1947 visse negli Stati Uniti, dove si dedicò alla fotografia; nel 1947, insieme ai suoi amici Robert Capa, David "Chim", George Rodger e William Vandivert, fondò la Magnum Photos (da cui si sarebbe staccato nel 1966), destinata a diventare la più importante agenzia fotografica del mondo. Dal 1948 al 1950 viaggiò in Estremo Oriente e nel 1952 pubblicò Images a la sauvette, una raccolta di sue foto (con copertina di Matisse) che riscosse un incredibile successo internazionale. Nel 1955 fu inaugurata la sua prima grande retrospettiva, che avrebbe fatto poi il giro del mondo. Considerato il padre della fotografia, con le sue immagini in bianco e nero C. raccontò personaggi, eventi e spaccati di vita del Novecento, dedicando più di 50 anni all'arte della fotografia, che lui stesso teorizzò e perfezionò. Immortalò centinaia di volti, da William Faulkner a Roland Barthes, da Jean-Paul Sartre a Henry Matisse, da Marilyn Monroe a Charles De Gaulle; documentò fatti storici cruciali, quali le atrocità della guerra civile spagnola. Dopo una serie di viaggi (Cuba, Messico, India e Giappone), dal 1966 si dedicò sempre più al disegno e alla pittura. Nella sua lunga carriera C. fu insignito di numerosi riconoscimenti (Chanteloup 1908 - l'Ile sur Sorgue, Vaucluse 2004).